Tuina: metodi ausiliari

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 vedi anche “Manuale di Tuina fondamenti e strategie di trattamento” di Crespi, Ercoli, Marino a cura di Paolo Ercoli. Edizioni CEA Casa Editrice Ambrosiana

I principali metodi di ausilio nel tui na per migliorarne l’effetto sono:

  • Unguenti
  • Compresse calde
  • Gua Sha
  • Coppette
  • Moxa
  • Martelletto

Unguenti utilizzati nel tuina

Sono a volte utilizzati nelle manovre di tuina che impongono uno sfregamento che potrebbe danneggiare la pelle. L’uso è comunque limitato alla zona sottoposta a tale trattamento. Generalmente non si usano olii nel tuina, ma al limite del talco o degli unguenti in crema, o la povere di Songhua; taluni usano dell’acqua in cui si mette a bagno della segatura di legno per alcuni giorni, o il succo di zenzero fresco.

Compresse calde

Questo metodo consiste nel fare degli impacchi con delle compresse di garza o di lino, messe a bagno in poca acqua bollente insieme ad un sacchetto contenente delle erbe che sono state scelte in base alla sintomatologia presente. Le compresse vengono messe sulla cute del paziente e sostituite quando diventano fredde. Naturalmente le temperatura delle stesse non deve essere eccessiva. Questo metodo si utilizza in genere alla fine di una seduta di massaggi per lesioni o malattie reumatiche.

Gua Sha

La tecnica del guasha consiste nello sfregamento di una parte del corso, a volte coincidente con la linea di un Canale Energetico, con una apposita spatolina, al fine di indurre un arrossamento della parte. Lo sfregamento è veloce e leggero ed è in una sola direzione, generalmente prossimo-distale. Oltre all’apposita spatolina, si può utilizzare il bordo di una moneta o il dorso di un cucchiaio di porcellana; particolarmente importante è l’angolo di incidenza dell’utensile con la pelle che deve essere di circa 30°, ed il profilo del bordo dello stesso, che non deve recare abrasioni gravi; In alcune scuole il Gua Sha seguito dalla coppettazione è una tecnica paragonabile, come effetti energetici, al sanguinamento. Non si usa su ferite, nei, abrasioni, foruncoli, e in caso di gravi deficit. E’ una tecnica che libera gli strati esterni, libera dal Calore e dal Freddo ed elimina la stasi di Sangue.

L’uso delle coppette nel tuina

La coppettazione consiste nell’apporre sulla superficie cutanea una “coppetta” in cui si è creato il vuoto in modo che possa esercitare una azione di richiamo in superficie del Sangue. Sembra che questa tecnica derivi da usanze sciamaniche che utilizzavano le corna di animali a questo scopo. Non si usano: sui nei, sul viso, sulle formazioni tumorali, su ferite aperte, sull’addome di donne incinte. Non si usano durante il ciclo mestruale su addome e schiena bassa in donne con disturbi del ciclo. Si utilizzano generalmente due metodi di applicazione con il fuoco per le coppette in vetro e bamboo. Il primo metodo consiste nel piegare un pezzettino di carta in modo che assuma la forma di un rettangolo; a questo punto viene acceso e inserito dentro la coppetta con la parte accesa verso il fondo della stessa. Non appena verrà applicata sulla cute del paziente si creerà il vuoto ed il fuoco si spegnerà per consumo dell’ossigeno.
Il secondo metodo consiste nel tenere in una mano (generalmente la sinistra) una pinzetta con in punta un batuffolo di ovatta imbevuto di alcool e quindi acceso. Poiché è possibile che il cotone si stacchi e cada sul paziente bisogna riporre molta cura nel serrare bene il cotone intorno e tra le punte della pinzetta. L’altra mano porta la coppetta intorno al fuoco e velocemente la ripone sulla cute del paziente. Generalmente la mano che tiene il fuoco è ferma e si muove soltanto la mano con la coppetta.
Per togliere la coppetta bisogna abbassare la pelle sotto il bordo in modo da far entrare l’aria all’interno.
La coppettazione rimuove le ostruzioni dai Meridiani e migliora la circolazione energetica nel corpo; attiva la circolazione del Sangue, il Vento-Freddo e il Vento Umidità, riequilibra lo yin e lo yang. Le coppette agiscono su cute e muscoli tramite uno stimolo irritativo ai meridiani ottenuto con microtraumi a livello capillare che creano una stasi di Sangue terapeutica. Sono da evitare invece la formazione di vesciche.

Modo d’uso
Generalmente le coppette vengono utilizzate in quattro diversi modi:

Applicazione persistente: la coppetta viene messa a dimora sulla cute in genere tra i 5 ed i 10 minuti ma si può arrivare fino ai 20 minuti, a seconda della risposta della cute del paziente.
Applicazione istantanea (flashing) vengono applicate e tolte immediatamente e subito rimesse; ottima per espellere il vento freddo.
Applicazione a scorrimento: si lubrifica con unguento o olio la parte da trattare ed il bordo della coppetta; successivamente si applica la coppetta e si fa scorrere avanti ed indietro sulla zona da trattare (generalmente sul percorso di un meridiano); tecnica ottima per traumi di vecchia data.
Applicazione di coppette su ago o dopo digitopressione con Y Zhi Chan Tui Fa o tecniche analoghe.

Moxa

La lana di artemisia vulgaris arrotolata in sigari o compattata in coni e poi bruciata, si utilizza per portare calore all’interno del corpo, scaldare i meridiani e catturare lo yang; tonifica e si utilizza nelle sindromi da freddo. Moxa è un termine giapponese che denota la tecnica, più in uso del termine cinese Jiu fa. “La tecnica non consiste esclusivamente nel riscaldare determinati punti; vi è anche l’idea che le proprietà terapeutiche della pianta si trasmettano all’organismo per fumigazione o contatto (…) e nel “Trattato sulle malattie febbrili dovute al freddo”, il medico Zhang Zhong Jing del II° secolo d.C. raccomandava di bruciare dei bastoncini di cannella per scaldare dei punti opportuni al fine di espellere il freddo patogeno dall’organismo stimolando la sudorazione”
Non si utilizza su grosse arterie, su zone sensibili, sui tumori e sul viso si usa con moltissima attenzione. E’ inoltre vietata su alcuni punti di agopuntura. Naturalmente non si usa per sindromi da calore.

Modi di applicazione

Moxa diretta: Coni di moxa collocati direttamente sulla cute, eventualmente cosparsa di olio. Ottima per freddo umidità.
Moxa indiretta: Interponendo alcune sostanze che penetrano all’interno grazie all’azione della Moxa. Generalmente si usa l’aglio (ritenzione di calore, antibatterico), lo zenzero fresco bucato (freddo umidità) o il sale.
Moxa in conchiglia: In origine la moxa in conchiglia consisteva nell’accendere un cono di moxa o parte di un sigaro, all’interno di una conchiglia posta sulla zona da trattare. Attualmente si possono utilizzare delle vere conchiglie o supporti in ceramica, con l’eventuale interposizione di garze per non bruciare il paziente. La moxa deve essere collocata dall’inizio in modo che il calore riscaldi la conchiglia con gradualità evitando così dilatazioni termiche che la potrebbero spaccare.
Moxa in bastoncino: Si utilizza un sigaro di moxa, ruotandola o a becco d’uccello.
Moxa su ago caldo: Si infigge l’ago e si scalda con il bastoncino o avvolgendo l’ago con la lana.
Scatola Si utilizza la lana all’interno della scatola della moxa per grosse aree
Moxa su pelle: Metodo non utilizzato in occidente, che consiste nel provocare ustioni sulla pelle.

Martelletto a Fior di Pruno

Esistono due tipi di martelletto, quello a “Fior di Pruno” con cinque aghi sulla testa e quello a “Sette Stelle” con sette aghi. Questa tecnica consiste nel colpire con il martelletto la cute con un movimento di percussione ritmico che incide perpendicolarmente. Per tonificare si utilizza una percussione lieve che arrossa la pelle, per disperdere bisogna produrre dei piccoli sanguinamenti. Per questo motivo, è ovvio che il martelletto deve essere sterilizzato dopo ogni trattamento o, meglio, deve essere del tipo con testine sostituibili monouso.

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Di paolo ercoli

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